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“SENTIRE IL DISAGIO, STARE IN ASCOLTO PROFONDO”“

Categoria: news
Tematiche: Counseling

Se c’è ascolto totale, non c’è io, non c’è divisione, per cui chi ascolta comprende

veramente ciò che l’oratore sta dicendo. Non ci sono domande, dubbi, critiche.

Con l’intelletto, l’ascolto cessa completamente. E’ come inserire una derivazione.

Pensiamo di poter ascoltare con l’intelletto, ma l’intelletto blocca l’ascolto. L’intelletto è una difesa contro qualcosa che non volete ascoltare. Infatti, se vedete davvero una cosa, poi non potete negarla: dovete vivere in accordo con ciò che avete visto. Se cercate di vivere in opposizione a ciò che avete visto, il conflitto si accresce. Si accresce la sofferenza e l’afflizione.

Quindi il non ascolto è una difesa molto potente: non ascolto per non essere costretto ad una trasformazione”.

(R. P. Kaushik )

 

 

Si trova diffusa la credenza che un professionista dell’ aiuto ha raggiunto un punto in cui non si trova quasi più in uno stato di disagio. Falso.

Le parti fragili e che manifestano un certo disagio si rivelano nella maggioranza di noi e soprattutto in chi ha sviluppato una maggiore sensibilità all’ ascolto e, quindi, anche in coloro aiutano gli altri. E questo è un dato, giusto per smitizzare chi si vuol far credere invulnerabile e in chi lo crede.

Si tratta di capire come come le affrontiamo.

Capita di notare, anche in chi lavora su di sé da anni, di vedere la sua sorpresa quando ancora una parte di sé fa sentire un certo disagio. La sorpresa, in questo caso è quasi sempre legata alla delusione, “ come mai ci sei sempre ? , non ti è bastato tutto l’ ascolto che ti ho dato ?”. Se ancora si manifesta necessita di essere ascoltata, osservata e compresa ancorta più affondo; è uno stimolo a continuare la ricerca e a intraprendere vie nuove per affontarla. Ecco che l’ ardente pazienza di cui parlava Neruda ci può venire in aiuto. Solo se sviluppiamo in noi pazienza e umiltà possiamo continuare a riconoscere e dare senso a disagi, sintomi e fragilità che magari si presentano da anni, ciclicamente o in riferimento a qualche evento.

Certo un clima sociale dove l’ imperativo è la velocità, anche nell’ eliminare il disagio, e la soglia di sopportabilità del dolore sempre più bassa, accogliere queste parti è andare controcorrente. Ci sarà sempre una nuova tecnica che ci sedurrà proclamando l’ assoluta efficacia nell’ eliminare il disagio. Questo è lo scopo, reprimere, mettere a tacere. Invece di, cosa ci sta dicendo, ancora, il disagio ? Cosa posso imparare, ancora, dal disagio ? Cosa mi invita a fare, ancora, il disagio ?

Come affermava Nietzsche in Così parlò Zarathustra, “Bisogna avere ancora un caos dentro di sè per partorire una stella danzante” , bisogna avere ancora del disagio dentro per sentire le profondità del nostro essere ( e del mondo là fuori) e per continuare ad ampliare il livello di consapevolezza della nostra coscienza.

 

In questo seminario tratteremo i seguenti aspetti:

  • lavorare con le parti fragili

  • lavorare con le sotto-modalità

  • come sviluppare nuove qualità

  • come trasformare i vincoli limitanti

 

 

Conduzione : Giuseppe Tomai – Counselor Formatore Senior Aico

 

 

                                                             Sabato 20– Domenica 21 Settembre 2014

9.30-13 / 14 – 17.30

Via del Vivaio del Malcantone. 15 – Firenze

                                                                  ( presso Vivaio del Malcantone )