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IL PASSATO NEL PRESENTE

Categoria: Seminari Aletheia,
Tematiche: Counseling

Il contatto con le nostri radici per ri-appropriarci del presente

“Un giorno mi hai detto che ero grande,

E dunque, ch’ io sia grande, se ti va,

O piccola, oppure d’ altra statura –

Anzi, fa come piace a te. “

( E. Dikinson )

 

Come sta lo stato di salute delle nostre radici? Qual è la qualità del rapporto che continuiamo ad avere con i nostri cari, vivi o morti che siano? Possiamo individuare dei collegamenti tra problematiche del passato e difficoltà attuali? Sappiamo che abbiamo assorbito un discreta quantità di energia da tutti coloro , che fin dall’inizio della nostra vita, si sono occupati di noi. Le loro emozioni, visibili o invisibili, si sono insinuate nel nostro corpo e nella nostra mente. La particella che adesso siamo è il frutto della complessa interazione di tutti coloro che hanno accompagnato la nostra crescita. Solo liberandoci di quelle energie disfunzionali che appesantiscono la nostra anima recuperando invece quelle risorse che ci hanno permesso di essere quello che siamo posiamo continuare il nostro cammino di realizzazione con maggiore profondità, entusiasmo e gioia. Solo esplorando e sciogliendo i grumi del nostro passato, presenti nelle nostre attuali difficoltà, potremo realizzare pienamente quello che ciò siamo. Quello che siamo adesso non è quello che siamo, per essere quello che siamo è necessario un processo di consapevolezza che richiede impegno, rigore e determinazione. Per ampliare la nostra consapevolezza crediamo sia necessaria la forza e la sinergia di un microcosmo gruppale in grado accogliere, elaborare, trasformare e riparare le vecchie istanze del passato.

“Come è possibile perdere il sè? La trappola sconosciuta e impensabile, comincia con la nostra segreta morte psichica durante l’infanzia: se e quando non siamo amati e veniamo tagliati fuori dai nostri desideri spontanei (Pensate:che cosa ci resta?) E’ vero: la vittima potrebbe anche “crescere ugualmente” : ma si tratta di un perfetto doppio delitto, nel quale lui-esso non è il semplice assassino di una psiche. Anche eliminando questo, il piccolo sè vi prende parte anch’egli, gradualmente e involontariamente. Non è stato accettato di per se stesso, quale è. “Oh, essi lo amano”, ma desiderano che sia diverso, o ve lo costringono, o si attendono questo da lui! Perciò, egli deve essere inaccettabile. Impare egli stesso a crederlo, e infine lo dà addirittura per scontato. In realtà ha rinunciato a se stesso. Non importa ora se obbedisce loro,se si attacca a loro, se si ribella o se rifiuta: il suo comportamento , quello che fa, è tutto ciò che conta. Il suo centro di gravità è “in loro”, non in lui, eppure se riuscisse a rendersene conto, lo troverebbe del tutto naturale. E tutta la faccenda è del tutto plausibile : tutta invisibile, automatica, ed anonima!

E’ questo il paradosso perfetto. Tutto sembra normale, non si intendeva compiere alcun delitto, non vi è cadevere, non vi è colpa. Tutto ciò che vediamo è il sole che sorge e tramonta come al solito. Ma cosa è successo? Il bambino è stato respinto, non soltanto da loro, ma da se stesso. (Si trova in realtà privo di sé). Che cosa ha perduto? semplicemente l’unica parte vera e vitale di se stesso : i suoi sentimenti attivi, cioè la sua stessa capacità di crescere, il suo sistema di radici.Ma, purtroppo, non è morto. La “vita” continua, e così deve continuare anche lui. Dal momento in cui ha rinunciato a se stesso, nella misura in cui lo fa, senza assolutamente saperlo comincia ma creare e a preservare uno pseudo-sé. Ma si tratta di un’espediente: è un sé senza desideri. E questo sé se sarà amato( o temuto) mentre egli sarà disprezzato, sarà forte mentre lui è debole, continuerà a muoversi (ma si tratta di moti puramente caricaturali) non per godere o gioire, ma per sopravvivere, non semplicemente perchè desidera muoversi, ma perchè deve obbedire. Questa necessità non è la vita – non è la sua vita – è un meccanismo di difesa contro la morte. Ed è pure la macchina della morte. Da ora in poi egli sarà fatto a pezzi dai bisogni coatti (inconsci) e frantumato da conflitti (inconsci) fino alla paralisi; ogni movimento ed ogni istante cancellerà il suo essere, la sua integrità; e, nel frattempo, è mascherato da persona normale e ci si attende che si comporti come tale!

In una parola ho visto che diventiamo nevrotici quando perseguiamo o difendiamo uno pseudo-sé, un sistema del Sé,e siamo nevrotici nella misura in cui siamo privi di sé. ” (Anonimo) (Maslow )

 

Possiamo, vogliamo recuperare il nostro vero sè?

In questo seminario ci impegneremo a riconoscere i tratti distruttivi dei nostri cari e contattare lo loro essenza per aumentare la forza nella nostra vita attuale.