il difficile equilibrio tra madre, figlia e nipote
“Vivo in casa con mia madre che è vedova; sono in continua lotta con lei per impedirle di impossessarsi di mia figlia. So molto bene, avendoli sperimentati personalmente, che con i suoi metodi educativi la renderebbe infelice così come ha reso infelice me. Poi è giusto che mi prenda le mie rivincite visto tutti i torti che ho subito da ragazzina. Dovrei sentirmi soddisfatta nel veder soddisfatta anche la mia bambina ed invece no, continuo ad essere infelice perché ho sempre mia madre tra i piedi e Fabiana continua a ripetermi che è infelice anche lei perché ha sempre una mamma fuori casa per lavoro. Cosa devo fare per essere una madre migliore della mia? Vi prego non ditemi che dovrei assomigliarle, sarebbe una condanna insopportabile per me.”
Tratto da “Incontrare mamma e papà” di Berto e Scalari
RVS (conduttore Radio Voce Speranza): una testimonianza per certi versi drammatica, indica la difficoltà nelle famiglie dove si trovano varie generazioni. Oggi ci sono problemi nelle famiglie allargate?
GT (dott. Giuseppe Tomai): si è complessizzato il rapporto mentre prima c’era una forte semplificazione, c’era un aspetto gerarchico con ruoli stabiliti e delimitati socialmente: per certi versi era meno conflittuale la rete di relazioni nella famiglia.
RVS: ti convince l’espressione “impossessarsi” riferita a alla nonna rispetto alla nipote?
GT: è usato da una persona che sente rabbia, che sente una sorta di rivalità. Sicuramente il ruolo dei nonni è importante ma è diverso da quello dei genitori ed occorrerebbe conciliare due diversi modelli educativi.
RVS: non si rischia che il ragazzo resti disorientato da questo insieme di regole diverse?
GT: alcune volte è l’impressione che abbiamo noi genitori ma io credo che il figlio sappia bene chi sono il padre e la madre, chi i nonni e chi gli insegnanti: a volte tanto bene da approfittarsene.
RVS: qui però, questa signora, manifesta un grave problema circa i metodi educativi della nonna, di sua madre.
GT: la testimonianza fa emergere che c’è un’evidente rivalità, tra madre e figlia, che sta riemergendo. La difficoltà di tale rapporto non è stata elaborata ed adesso ritorna con rabbia, con competizione.
RVS: la signora però non vuole più la madre tra i piedi, è difficile far parlare queste persone tra loro?
GT: sì ma non impossibile, è un conflitto evidente che riguarda aspetti che quella persona non ha mai curato. In questo caso sembra che subisca l’invasione della madre, quindi lei è passiva ed occorrerebbe mettere dei confini fra i reciproci spazi.
RVS: l’altro aspetto è che anche la figlia, la nipote, è infelice perché, viene scritto, ha sempre la madre fuori per lavoro.
GT: anche questo incide, abbiamo sempre detto che quello che conta è la qualità delle relazioni, non tanto la quantità, ed è vero ma anche la quantità ha un senso, soprattutto quando i bambini sono piccoli è importante scegliere di stare con loro.
RVS: nel finale della testimonianza la madre chiede come fare ad essere migliore della propria mamma, continuando questa rivalità. Cosa le diresti?
GT: direi che debba trovare la sua strada perché adesso si è contrapposta a sua madre, cercando di fare l’opposto, ma non è la sua strada. Il cammino che tramite sua figlia ha incontrato è quello di riconciliarsi con sua madre per trovare la sua strada: è un cammino di riflessione, di attenzione ma anche di ascolto rispetto a quello che lei ha vissuto, in modo che emergano anche gli aspetti immaturi di sua madre, occorre che li riconosca insieme agli aspetti negativi ma vedendoli in una dimensione di umanità. La riuscita di tale percorso dipende dalla volontà di impegno della persona, indipendentemente dall’altra, la riconciliazione in genere la fa una delle due parti, è unilaterale.