In questa occasione prenderemo spunto da una storia tratta dal libro ” Incontrare mamma e
papà” di Berto e Scalari.
Segue l’esperienza di una mamma che parla della sua bambina di tre anni.
“Mia figlia è molto autonoma e matura per la sua età, è indipendente ed io ne ero orgogliosa e
fiera. Un giorno la porto con me a fare spese, voglio tenerla per mano ma la bimba subito si
stacca, così decido di osservarla da dietro una colonna, lasciandola da sola. La bambina non
solo non si mette a piangere ma sembra camminare come se avesse una meta ed infatti si
dirige verso la vetrina del negozio di giocattoli, non attraversa la strada subito ma si avvicina
verso un passaggio pedonale regolato dal semaforo. Qui, tuttavia, la bambina non aspetta il
verde e fa per attraversare la strada, per fortuna una signora riesce a fermarla in tempo, dato
che io non ce l’avrei fatta.
Carlotta mi viene riconsegnata ma io sono mortificata e distrutta, avevo sopravvalutato le
capacità di giudizio e autonomia di mia figlia.”
Discussione:
RVS (Conduttore Radio Voce Speranza): la madre è mortificata e distrutta perché
evidentemente non ha saputo creare delle regole per la figlia.
GT (Dott. Giuseppe Tomai): certo, tuttavia il genitore non deve colpevolizzarsi
eccessivamente, è difficile trovare ciò che il bambino può fare e quello che non può
fare in maniera adeguata all’età, anche per il genitore è lui stesso protagonista di una
sperimentazione, una prova e riprova misurando rispetto alle capacità e all’età del proprio
figlio.
RVS: non basta avere delle regole legate all’età quindi, ogni bambino è diverso?
GT: ognuno è diverso, il genitore deve fare una ricerca, deve sbagliare altrimenti non potrà
capire se il bambino è in grado di eseguire almeno quell’ azione. Nel caso della storia della
bambina di tre anni, la madre, nonostante la grande paura, ha imparato a conoscere i limiti
della sua figlia e quindi può cominciare un cammino ulteriore, mettendo determinate regole.
RVS: dunque le regole sono importanti, bisogna fissare delle regole ma c’è da fare un lavoro
personale, non esistono regole assolute, questo può essere motivo di stress per i genitori?
GT: sì, è la solitudine, i genitori ricevono messaggi contrastanti da varie fonti e manca un
punto di dialogo tra di loro, di confronto, di scambio.
RVS: nel tuo lavoro sei mai riuscito ad organizzare gruppi di incontro fra genitori in cui essi
potessero confrontare le esperienze personali?
GT: è un po’ la mission mia e di altri colleghi, non è sempre semplice farlo perché gli impegni
sono tanti, a sera spesso siamo stanchi ma noi cerchiamo comunque con altri amici ed
associazioni, in particolare “La clessidra” di Sesto Fiorentino, di creare spazi di confronto,
questo è il nostro obiettivo principale.