Riconoscere le nostre ferite, individuare le difese, smaltire e restituire la tossicità ereditata
“ La libertà è una condizione appresa. Si impara ad essere liberi, liberi dai pregiudizi, liberi dalle catene simboliche di una vita che ti porta in basso.
Liberi non si nasce, si diventa “
Stephen Littleword
“ Bisogna preferire l’inferno reale al paradiso immaginario”
Simone Weil
Credo che sia questo “processo” il vero cammino che porti ( o che, perlomeno, tendi a portare) alla liberazione interiore : riconoscere l’origine delle mostre ferite e delle ingiustizie subite, individuare le difese che abbiamo messo in atto per sopravvivere con meno sofferenza, smaltire e restituire le tossicità – i pregiudizi, le convizioni limitanti, le pretese, le svalutazioni ,… ( prendendosi la responsabilità di averla, inconsapevolmente, assecondata e legittimata, dentro e fuori da noi ) – che abbiamo interiorizzato dai nostri Padri, e che a loro volta hanno ineriorizzato dai loro Padri e che a loro volta……fino a Caino e Abele.
In questo periodo, così frammentato e confuso, credo che l’ avviare questo processo di liberazione interiore possa diventare la più grande avventura umana che possiamo intraprendere. Per quale ragione ? Semplicemente per due ragioni :
-perchè stiamo male, il disagio della civiltà si è ormai incarnato nei corpi e nelle mente della maggioranza di noi ( tranne per coloro che si ostinano a cantare Gaber..”far finta di essere sani” ),
-perchè intuiamo, dalla storia del mondo che è in noi, che ci possiamo aspettare ben altro dalla vita : creatività, entusiasmo, gioia, compassione……
E, credo, per la prima volta nella storia dell’ uomo, che questo “ viaggio interiore”, non è un viaggio riservato agli artisti, agli scrittori o a coloro che soffrono di gravi psicopatologie, ma è accessibile a tutti noi, semplici umani alla ricerca di un cambiamento esistenziale, counselor e clienti, oserei dire medici e malati.
Perchè le persone, diffusamente, non intraprendono questo percorso interiore ? Perchè rimangono in superfice, sedotte dal chiacchericcio mediatico?
Perchè questi temi, tra i più importanti per costruire una nuova umanità, sono così distanti dalla vita sociale e culturale ?
Semplice : siamo immersi in una cultura del narcisismo che ci rende ciechi e insensibili all’ introspezione e alla ricerca interiore.
Christopher Lasch, nel suo saggio sociologico, « La cultura del narcisismo » , del 1979 ( avete letto bene! 1979), ci aveva già illuminato…e poi fu l’ oblio.
La cultura del narcisismo è la cultura del vincente, della Forza e del Potere come unica via possibile dello stare al mondo, della « colpa è sempre degli altri », del successo, della competizione estrema e violenta, dell’ individualismo esasperato e dell’ edonismo come unica soddisfazione per il vivente.
Ecco i valori dominanti che ci seducono, ci incantano e ci distolgono dalla ricerca interiore….ecco questa accezione di narcisismo come patologia sociale per eccellenza della nostra società, che ci avvolge e ci ostruisce la strada verso la liberazione….. La bellezza è riconoscerlo….e avviare nuove risposte…..INSIEME.
Sabato 25 – Domenica 26 Gennaio 2014
Via del Vivaio del Malcantone. 15 – Firenze
( presso Vivaio del Malcantone )
9.30-13 / 14 – 17.30
Conduzione : Giuseppe Tomai – Formatore Aico