LA TESTIMONIANZA DI UN GENITORE TRATTA DAL LIBRO " INCONTRARE MAMMA E PAPPA" DI BERTOSCALARI
Mio marito è più severo di me, non riesce a sopportare nessun capriccio, nessuna trasgressione, nessuna bugia, nessun comportamento fuori dagli schemi. Luca ha tanta paura di suo papà ed è per questo che con lui è sempre buono, ubbidiente, educato, sembra un altro bambino ed a volte non lo riconosco. Sento una rabbia ed un’invidia… Cerco un po’ di consolazione dicendomi che Luca vuole più bene a me, perché sono più buona, permissiva, accogliente nei suoi confronti; questo mi calma, almeno per un po’. Un giorno Luca mi chiede di andare a fare i compiti da un amico che, tuttavia, abita piuttosto lontano. Cerco di spiegargli che è ancora piccolo per poter andare in giro da solo ma gli dico che, per accontentarlo, mi sobbarcherò la fatica di accompagnarlo e andarlo a riprendere. Invece di ringraziarmi mi pianta una storia fatta di rivendicazioni ed accuse, proprio in quel momento entra mio marito e lo informo dell’accaduto: senza tanti preamboli ordina a Luca di andare a studiare nella sua cameretta e si rivolge a me dicendomi che nostro figlio andrà dall’amico quando sarà più grande o quando io sarò meno stanca. Luca si congeda silenziosamente ma ha il tempo di rivolgermi uno sguardo che mi penetra dicendomi “hai visto come si fa?”. Rimango impietrita e persa.
Tratto da: “Incontrare mamma e papà” di Berto e Scalari
Discussione:
RVS (conduttore Radio Voce Speranza): esiste la possibilità di un’educazione come quella di questo papà o è la mamma che sta esagerando?
GT (dott. Giuseppe Tomai): diciamo che è la realtà di quella famiglia, in questa coraggiosa testimonianza il tema è quello della competitività genitoriale.
RVS: tra l’altro si ripercorre uno schema che, una volta, era molto frequente: quello del padre severo nell’educazione mentre la mamma serviva un po’ da mediatrice.
GT: anche se non in maniera eclatante queste differenze si possono ritrovare anche oggi. A volte ci può essere un ribaltamento, con una madre più attenta a certe regole ed il padre più complice dei figli.
RVS: la cosa interessante è che il genitore severo sembra avere successo, questa mamma dice che Luca ha paura del padre ma è anche buono ed ubbidiente con lui.
GT: certo, perché il bambino sente maggiormente la sicurezza, la certezza della cosa che gli viene detta mentre la madre la sente debole: agli occhi del figlio appare addirittura come una “bambina debole” e ciò fa sì che egli la svalorizzi perché sente che è una guida non sufficientemente salda. La fermezza e il mantenimento di certi punti sono richiesti dal bambino perché riconosciuti come legati alla natura dell’essere adulti, se il genitore fa prevalere la sua parte “bambina”, non si presenta al figlio come adulto ma come un “bambino debole”: da una parte questo viene sfruttato dai nostri figli ma dall’altra, in cuore loro, sono feriti ed arrabbiati perché il bisogno di sicurezza viene a mancare.
RVS: questa madre prova un sentimento di rabbia e di invidia nei confronti del coniuge. Tu hai detto che è frequente ma come si risolve questa cosa?
GT: risolvere è invitare la persona che prova questi sentimenti a riflettere su come si sente sia come persone che come madre, qui l’accento è sulla sfera, molto delicata, dell’autostima: se questa ha delle lacune noi potremmo ricercare la conferma anche, come in questo caso, nel figlio.
RVS: la cosa che più ferisce questa mamma è che il figlio le rivolge un’occhiata risentita e pungente che, secondo lei, vuole significare “hai visto come si fa?”. Interpreta correttamente quello sguardo?
GT: credo che una parte del bambino possa dire quello proprio perché si sente insicuro, la madre sicuramente amplifica e su questo ne fa una conferma di sé o meno: qui la sua debolezza forte.
RVS: cosa le consiglieresti?
GT: comincerei ad indagare quella che è la stima di se stessa, farei un’interrogazione vera e propria ed un lavoro approfondito su come lei si percepisce, su come lei si stima, su come lei percepisce i propri bisogni.
RVS: al papà cosa diresti?
GT: sarebbe auspicabile ci fosse anche lui in un’ipotetica consulenza; gli direi che è importante che lui scambi il proprio stile educativo con sua moglie perché, per il bambino, è molto importante percepire che c’è un’unione fra i genitori mentre in questo caso c’è una frattura netta. Il discredito che c’è verso la madre ha un effetto molto negativo nei confronti del figlio perché, in questo momento, il bambino non crea attaccamento alla madre ma la sta svalorizzando. Perciò cercherei di farli comprendere l’effetto del suo agire che, sebbene possa essere legittimo, deve essere condiviso con la madre.