Il linguaggio come limite e come possibilità per ampliare la nostra visione del mondo
“In principio era il verbo e il verbo era presso Dio,
e il verbo era Dio”
( Il Vangelo di Giovanni )
“L’intero mondo delle rappresentazioni, nella sua totalità,
non è affatto destinato ad essere un’ immagine della realtà –
scopo che gli sarebbe impossibile adempiere – ma è piuttosto
uno strumento per orientarsi nella realtà stessa “
( H. Vahinger )
Il linguaggio orienta la nostra percezione per meglio muoversi nel mondo ed è esso stesso una rappresentazione del mondo, del nostro modo di vivere il mondo.
Il linguaggio ci permette di esprimere concetti, idee, valutazioni sulle vicende che ci accadono dentro e fuori da noi, ci permette di formulare precise richieste, appelli,ci permette di testimoniare la nostra presenza nel mondo e di dare nome a sensazioni, emozioni, sentimenti e conflitti, e di esserne coscienti. Se vi sembra poco……
Il linguaggio ci fornisce un nome ad un panorama sconosciuto e altrimenti indecifrabile in cui siamo immersi. Senza un linguaggio il mondo sarebbe popolato di ombre, saremmo guidati dai solo istinti e rimarremmo a livello “animale” (e non fa onore agli animali), come a qualcuno è accaduto, e forse accade molto più spesso di quello che si possa immaginare visto la qualità della comunicazione inter-umana .
In tutto questo c’è un piccolo inghippo; il linguaggio è espressione di una data cultura, è il prodotto di quella cultura e quindi se, potenzialmente, ha infinite possibilità di adattarsi alle cose del mondo e di portarle alla luce, è anche prigioniero del mondo, di quella tradizione a cui appartiene la nostra cultura natia.
Immersi in un “brodo” multiforme di ogni genere di informazioni (sensoriali, visive, uditive, olfattive, gustative, immaginali,….) la nostra mente è continuamente in azione per attribuire significati e selezionare, seleziona solo i messaggi “utili” e “convenienti” per la sua esistenza, o almeno che ritiene tale. “Il passaggio che porta da un enorme numero di segnali ricevuti a una manciata di simboli attivati è una sorta di processo a imbuto , in cui i segnali di input iniziali vengono manipolati o , un’operazione i cui risultati attivano selettivamente ulteriori (cioè più ) segnali, e così via. Questo passaggio di testimone tra squadre di segnali segue nel cervello un percorso che si restringe sempre di più e che si conclude con l’attivazione di un piccolo insieme di simboli la cui identità naturalmente una funzione complessa dei segnali di input originari” (D. Hofstadter Anelli nell’io ).
Ognuno di noi ha in sé “un piccolo insieme di simboli”, rispetto ad vasto mondo di segnali, e siccome ognuno di noi ne ha uno proprio con proprie specificità e proprie gerarchie capite com’ è semplice intendersi ? Un gioco da ragazzi, tanto parliamo la stessa lingua! Ma dove? In che modo? Intendersi è una vera sfida, e spesso, anche quando lo crediamo sotto sotto si rivelano criteri molto diversi.
Attraverso il nostro linguaggio si rivela il nostro pensiero che ne siamo consapevoli o no. Il linguaggio rivela la nostra mappa del mondo e come tutte le mappe non solo non sono il “territorio” ma sono anche parziali, limitate e deformate.
Allora ? Come se ne esce? C’è speranza di capirci qualcosa in questo universo reticolare di parole ?
Siamo intessuti, annodati, avvolti, ripieni di parole, le parole ci esprimono e ci ingabbiano, ci soffocano e ci liberano……………si, ci possono liberare, le parole possono diventare il pennello del pittore che magistralmente dipinge un mondo di infiniti colori………quello che poi è l’ Animo Umano.
In questo seminario rifletteremo insieme sul linguaggio.
Ci eserciteremo ad usare il “metamodello”, uno strumento importante per aiutarci nell’esplorazione e nell’ auto-esplorazione del mondo delle rappresentazioni interne così come si presentono attraverso il linguaggio.
Possiamo scoprire il potere delle nostre parole che come anticipava San Francesco “Fai attenzione a come pensi e a come parli, perché può trasformarsi nella profezia della tua vita”
“Le parole sono la droga più potente usata dall’ umanità”
(D. Kipling)
Conduttore : Dr. Giuseppe Tomai – Formatore Aico
Sabato 20 � Domenica 21 Febbraio 2016
9.30-13 / 14 – 17.30
Via del Malcantone. 15 – Firenze
( presso Vivaio del Malcantone )
Il seminario rientra nel percorso della Scuola di Counselling Integrato ed è aperto a chi fosse interessato alla crescita personale e/o professionale e non vincola ad effettuare il percorso triennale della Scuola.
Considerato il numero limitato di partecipanti si consiglia, se il seminario interessa, di iscriversi il prima possibile
Per informazioni e iscrizioni Segreteria – Katia : mobile 3384238091
email : aletheiascuolacounseling@gmail.com