LA TESTIMONIANZA DI UN GENITORE TRATTA DAL LIBRO " INCONTRARE MAMMA E PAPPA" DI BERTOSCALARI
Mia figlia è una bambina strana, quando le impedisco di mangiare tutti i cioccolatini della ciotola oppure quando le proibisco di rovistare dentro la mia borsetta ed ancora quando le dico di no ad una sua richiesta che non ritengo giusto soddisfare, non fa come gli altri bambini che frignano un po’ e poi si adeguano: si butta per terra, tenta di aggredirmi con morsi, calci e pizzicotti, mi urla che sono cattiva e che non le voglio bene. Io mi difendo allontanandola da me con forza ed in malo modo, qualche volta la sculaccio e Giovanna si mette a piangere in modo così disperato da strapparmi il cuore. Se resisto e faccio finta di niente comincia a girare attorno intervallando il pianto con momenti di silenzio, se non cedo e mantengono le distanze lei mi si avvicina, mi abbraccia, mi bacia, mi coccola e mi dice che mi vuole tanto bene. Sono confusa.
Tratto da: “Incontrare mamma e papà” di Berto e Scalari
Discussione:
RVS (conduttore Radio Voce Speranza): una mamma che si trova a dover affrontare tanti momenti imbarazzanti con una bambina che lei definisce strana.
GT (dott. Giuseppe Tomai): sono reazioni invero piuttosto frequenti, almeno una volta, qualsiasi genitore, ha visto il proprio figlio manifestatare questo tipo di comportamento, di opposizione. Qui sembra preoccupare la particolare frequenza di tali situazioni, diciamo che il temperamento ha una sua influenza: bambini molto vivaci mettono di fronte il genitore ad una maggiore difficoltà nella regolazione.
RVS: fa bene la madre a difendersi anche in malo modo dai comportamenti aggressivi della figlia?
GT: no, la sculacciata può capitare ma comunque è sempre una violenza ed essa va ad intaccare la dignità dell’essere umano, è “un fallimento educativo”: esattamente come la guerra è un fallimento della politica fra i paesi sovrani.
RVS: come si gestiscono queste situazioni?
GT: la bambina della testimonianza vive l’allontanamento operato dalla madre come un abbandono in senso assoluto, ciò è percepito come totale e la bambina va nella disperazione: perciò nasce la spinta di riprendere contatto con l’altro per rassicurarsi, fare pace per essere tranquillizzata internamente.
RVS: a questo punto la mamma è confusa, non sa come gestire la situazione, cosa consiglieresti?
GT: dare regole, limiti e l’autorità in generale è un tema centrale che permette di immettere un elemento di autorevolezza all’interno della relazione. Consentire per togliersi dall’impaccio delle bizze è da evitare, occorre unire la fermezza con il cercare di far passare comunque l’amorevolezza, la presenza all’interno della relazione: fermo la tua mano ma rimango aperto rispetto a te come persona. Io consiglio spesso ai genitori di rimanere vicino ai figli, fermarli anche fisicamente ma restare lì a guardarli e spiegarli ciò che sta succedendo. L’atteggiamento deve essere quello di rimanere nella nostra parte adulta, ferma e che non cede ma nello stesso tempo il nostro cuore rimane aperto nei confronti del bambino come persona: questo consente di far passare un tipo di autorità che non sia sopruso, un potere che non faccia sentire l’altro umiliato, abbandonato, deriso, rifiutato dalla propria comunità.
RVS: non è facile, a volte ci troviamo di fronte a certe situazioni in momenti difficili, in cui siamo stanchi, siamo tornati dal lavoro oppure ci sono dei problemi.
GT: le pressioni dentro di noi sono tante e nessuno di noi ha avuto degli esempi su questo, non abbiamo dei modelli interni che ci favoriscano questo passaggio. Spesso i modelli sono reprimere o assecondare, per questo dico ai genitori di ridurre il loro senso di colpa rispetto ad azioni forti e cominciare a prendersi la responsabilità di avviare una rivoluzione interna, perché nella società ci sono pochi esempi.