Riconoscere, affrontare e accogliere le nostre paure più profonde
“Siamo minacciati dalla sofferenza da tre versanti: dal nostro corpo, condannato al declino e al disfacimento e che non può funzionare senza il dolore e l’ansia come segnali di pericolo; dal mondo esterno, che può scagliarsi contro di noi con la sua terribile e formidabile forza distruttiva; infine, dalle nostre relazioni con gli altri.”
(Sigmund Freud)
“Ho paura della paura; paura degli spasmi del mio spirito che delira, paura di questa orribile sensazione di incomprensibile terrore. Ho paura delle pareti, dei mobili, degli oggetti familiari che si animano di una specie di vita animale. Ho paura soprattutto del disordine del mio pensiero, della ragione che mi sfugge annebbiata, dispersa da un’angoscia misteriosa.”
(Guy de Maupassant)
Lo sappiamo, ne facciamo continuamente esperienza , le paure esistono in noi.
Le combattiamo costantemente cercando di ricacciarle nella profondità della nostra anima. Perchè ? Perchè le paure ci mettono paura ; non sappiamo trattarle, ci destabilizzano, ci mettono insicurezza e confusione, ci rendono fragili. Pochi vogliono sentirsi fragili, apparire fragili e bisognosi di sostegno, bambini impauriti in cerca di uno sguardo rassicurante.
Arrendersi, affidarsi all’ altro e a qualcosa di più grande assume il significato di una sconfitta, è perdwere il controllo e il potere su di me , sull’ altro, sul mondo.
I messaggi che ci arrivano a livello sociale ci inducono a credere che la persona realizzata è quella di successo, quella che ha potere, quella sempre sana e bella.
E mentre la maschera sociale (interiorizzata dentro di noi) celebra i suoi riti ossessivi per far credere che la felicità sia essere famosi, sani e belli, denro di noi,in un « altrove » ,nella nostra interiorità le paure si stratificano una sull’ altra , come rocce sedimentarie, lontane dallo sguardo e dal cuore degli uomini.
Ecco perchè il lavoro sulle paure è un lavoro più difficile e profondo e che richiede presenza e costanza, coraggio e fiducia .
Spesso quando affrontiamo e lasciamo andare una paura, ecco che all’ orizzonte se ne presenta un’ altra ( forse ancora più potente ) , strato dopo strato , un pò come sbucciare una cipolla. E , si sa, le cipolle ci fanno piangere.
Riconoscere, affrontare e accogliere le paure è sviluppare sempre di più il nostro coraggio, la nostra capacità d’ amare e sperimentare la libertà di essere quelo che umanamente siamo ; esseri fragili in un universo sconfinato e misterioso.
Ri-scoprire questa nostra umanità significa ritrovare la grazia della vicinanza , della reciprocità e della relazione autentica come aspetto centrale del nostro essere.
Conduttore : Dr. Giuseppe Tomai – Formatore Aico
Sabato 24 � Domenica 25 Settembre 2016
9.30-13 / 14 – 17.30
Via del Malcantone. 15 – Firenze
( presso Vivaio del Malcantone )