La vita e il pensiero di un grande studioso
Alla base del pensiero di Bateson sull’ecologia della mente, c’è la convinzione che non si può parlare di una specie o di un singolo individuo in modo astratto. Per comprenderne il funzionamento occorre considerare l’organismo inserito nel suo ambiente.
L’armonia di questo rapporto è fondamentale sopravvivere e per vivere bene. Anche quando si studia la mente non è opportuno smembrarla in funzioni separate, ma la si comprende solo quando ne comprendiamo l’organizzazione che ricalca le relazioni tra le parti dei sistemi naturali e dell’equilibrio che la natura è riuscita a creare tra loro. Questa mente ecologica fu un’immagine innovativa perché riusciva a spiegare come la mente e la sua ‘immaterialità’ si legasse al substrato materiale che la mantiene in vita senza ridurla ad essa.
La visione olistica che è alla base dell’ecologia della mente è il tentativo di integrare funzioni mentali molto diverse tra di loro (apprendimento, memoria, linguaggio, ecc.) che però hanno in comune l’organizzazione e il loro funzionamento. In questo percorso Bateson si imbatte nella coscienza, termine che stato coniato per separare le funzioni intellettuali da quelle che in antichità si credevano dominate dal cuore. La coscienza viene introdotta per distinguere ciò che ha natura ordinata e razionale e non ha a che fare con il disordinato e il passionale. Questo genere di dualismo è proprio l’ostacolo alla visione ecologica della mente.