Il ritorno a se stessi
“BISOGNA CHE L’UOMO SI RENDA CONTO INNANZITUTTO
LUI STESSO CHE LE SITUAZIONI CONFLITTUALI CHE L’
OPPONGONO AGLI ALTRI SONO SOLO CONSEGUENZE DI
SITUAZIONI CONFLITTUALI PRESENTI NELLA SUA ANIMA,
E CHE QUINDI DEVE SFORZARSI DI SUPERARE IL PROPRIO
CONFLITTO INTERIORE PER POTERSI COSI’ RIVOLGERE
AI SUOI SIMILI DA UOMO TRASFORMATO, PACIFICATO E
ALLACCIARE CON LORO RELAZIONI NUOVE,
TRASFORMATE.
INDUBBIAMENTE PER SUA NATURA, L’ UOMO CERCA DI
ELUDERE QUESTA SVOLTA DECISIVA CHE
FERISCE IN PROFONDITA’ IL SUO RAPPORTO ABITUALE
CON IL MONDO : ALLORA RIBATTE …….. CHE …..
OGNI CONFLITTO IMPLICA DUE ATTORI E CHE PERCIO’, SE
SI CHIEDE A LUI DI RISALIRE AL MIO CONFLITTO
INTERIORE, SI DEVE PRETENDERE ALTRETTANTO DAL SUO
AVVERSARIO . MA PROPRIO IN QUESTO MODO DI VEDERE,
IN BASE AL QUALE L’ ESSERE UMANO SI CONSIDERE SOLO
UN INDIVIDUO DIFRONTE AL QUALE STANNO ALTRI
INDIVIDUI, E NON COME UNA PERSONA AUTENTICA LA CUI
TRASFORMAZIONE CONTRIBUSCE ALLA TRASFORMAZIONE
DEL MONDO – PROPRIO QUI’ RISIEDE L’ ERRORE
FONDAMENTALE CONTRO IL QUALE SI ERGE
L’INSEGNAMENTO CHASSIDICO.
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IL PUNTO DI ARCHIMEDE A PARTIRE DAL QUALE POSSO DA
PARTE MIA SOLLEVARE IL MONDO E’ LA TRASFORMAZIONE
DI ME STESSO.
SE INVECE PONGO DUE PUNTI DI APPOGGIO UNO QUI’
NELLA MIA ANIMA E L’ ALTRO LA’ NELL’ ANIMA DEL MIO
SIMILE IN CONFLITTO CON ME, QUELL’ UNICO PUNTO SUL
QUALE MI SI ERA APERTO UNA PROSPETTIVA MI SFUGGE
IMMEDIATAMENTE. “ ( M. Buber )