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Il figlio immaginario

Categoria: In Radio
Tematiche: Genitori

LA TESTIMONIANZA DI UN GENITORE TRATTA DAL LIBRO " INCONTRARE MAMMA E PAPPA" DI BERTOSCALARI

Mio figlio è gracile, delicato, inappetente e anche bruttino; ha paura di tutto perché tutto gli risulta complicato, difficile, impossibile, anche giocare. Ieri pomeriggio lo invito in garage, per aiutarmi a lavare delle bottiglie dove poi travasare il vino, mi sembrava una proposta facile e divertente. Emanuele risponde subito di no, che non è capace e che è troppo faticoso come lavoro. Lo obbligo a seguirmi, con pazienza gli spiego che deve mettere le bottiglie lavate sulla rastrelliera, a testa in giù, per farle asciugare: mi sembra semplicissimo ma lui inizia a piagnucolare, fa cadere una bottiglia e mi trattengo dal desiderio di arrabbiarmi e picchiarlo. Pagherei qualunque cosa per farlo diventare macho, espansivo, coraggioso, forte, bravo come i figli dei miei colleghi. Non ce la faccio più a sentirmi un papà umiliato e demoralizzato dall’avere un figlio così incapace, che si dà per vinto prima di provare. Mi attendevo ben altro da lui.

 

Tratto da: “Incontrare mamma e papà” di Berto e Scalari

 

Discussione:

 

RVS (conduttore Radio Voce Speranza): una descrizione del proprio figlio che lascia perplessi. È sincerità o sadismo?

 

GT (dott. Giuseppe Tomai): è come lui lo vede, attraverso le proprie lenti.

 

RVS: ci sono delle situazioni in cui genitori vengono profondamente delusi, rispetto alle loro aspettative. Questo papà non mi sembra si senta molto in colpa ma si attendeva altro dal figlio.

 

GT: in maniera esplicita questo papà ritiene che una delle caratteristiche fondamentali, per riuscire nella vita, sia quella della forza e tutte quelle dell’archetipo classico del maschio. Io credo che qui ci sia, in maniera molto evidente, un gran bene di questo padre verso il figlio: egli lo vuole vedere realizzato in quel modo perché pensa che così si potrà proteggere.

 

RVS: non è una proiezione di se stesso nel figlio?

 

GT: c’è anche, in questo, l’aspetto positivo: quello dell’intenzionalità di fondo.

 

RVS: cosa dovrebbe fare questo papà, nell’episodio raccontato nella testimonianza?

 

GT: l’avventura del genitore sta nel conoscere, nella realtà, l’essere umano che abbiamo avuto il grande onore di accogliere nella nostra famiglia. Noi pensiamo di portare nel bambino qualità che abbiamo e che ci sono servite nella vita e nessuno ci ha dimostrato il contrario oppure sono qualità che non abbiamo ma che pensiamo che possano servire nella vita. Nel caso della testimonianza non sappiamo se il padre si è fatto strada, magari da adolescente, con un po’ di forza oppure avrebbe voluto averla per difendersi, perché ha subito questo dagli altri. Sappiamo che tra i ragazzi la forza fisica ha comunque una certa importanza, ancora. Il bambino della testimonianza rappresenta una polarità opposta a quella del padre e potrebbe avere sicuramente caratteristiche che vanno curate, come accade in tutti noi.

 

RVS: probabilmente qui il bambino non si è comportato in maniera eccelsa ma il fatto che il papà gli appiccichi già delle etichette lo condiziona negativamente.

 

GT: lo porterà nell’opposto perché avrà paura, perché sarà investito di queste aspettative e sarà ancora più impaurito: il timore e l’imbarazzo lo metteranno in una situazione di maggiore “rischio”.

 

RVS: ci sono genitori che a forza di dire al figlio che è un imbranato, questi lo diventa veramente.

 

GT: certamente, dobbiamo sapere che la nostra voce è estremamente autorevole per i figli, anche se loro superficialmente ci danno contro, quelle parole arrivano nel profondo e sono prese per vere. Quanti adulti rievocano le parole dei padri e delle madri, le hanno tenute dentro, ci hanno creduto fino in fondo pur cercando di scacciarle.

 

RVS: in conclusione, che suggerimento daresti ai nostri genitori?

 

GT: c’è il rischio di andare nella direzione opposta della nostra intenzione; si può suggerire di rendersi conto di queste aspettative, tutti ce le abbiamo, e cominciare a rifletterci su, nonché fare attenzione alle frasi che si dicono: il verbo essere, il “tu sei” non è legato ad un singolo comportamento ma intacca la persona tout court.