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Il padre sognato

Categoria: In Radio
Tematiche: Gestalt
Il padre sognato

LA SEPARAZIONE DEI GENITORI. INTERVIENE LA DR.SSA GRAZIA MOLESTI CON RIFLESSIONI DAL LIBRO IL VASO SPEZZATO DI B. SPANGENBERG

C’era una volta un topolino che viveva nella sua tana con la mamma, era un cucciolo come tutti gli altri, tuttavia, a suo modo, era uno strano tipo, come tutti noi. Infatti egli diceva che suo papà era uno scoiattolo, tutti gli avevano detto che suo padre era un topo ma lui si ostinava a dire che non fosse così. Questa storia finì per stancare i suoi amici ed il nostro topolino finii per ritrovarsi solo. Sovente sua madre cercava di farlo ragionare ma niente sembrava funzionare a convincerlo. Probabilmente tutto ciò nasceva dal fatto che il topolino non vedeva da anni il padre, dato che si era separato dalla madre e, se l’avesse incontrato per caso, non l’avrebbe neanche riconosciuto. Tutti conoscevano il proprio papà ma per il nostro topolino non era così ed anche a scuola aveva problemi: passava il tempo a scrutare i rami in cerca di scoiattoli o a disegnarli. Una mattina, mentre facevano colazione, la madre disse che quel giorno avrebbe incontrato suo papà, tornato da scuola il topolino trovò un topo seduto al tavolo della cucina, la mamma disse che quello era suo padre ma egli non volle sentire ragioni e continuò a dire che il suo papà era uno scoiattolo. Alla fine il piccolo si lasciò convincere a farsi accompagnare al parco dal padre ma, pur vergognandosi per quello che gli altri avrebbero potuto pensare di lui, fu un bel pomeriggio, alla fine. Verso sera i due si sedettero sull’erba e guardarono il tramonto, il papà confessò quanto il figlio gli fosse mancato ed il piccolo nel rispondere positivamente lo chiamò “papà”. Tornando a casa un amico del topolino gli fece notare che suo padre non sembrava affatto uno scoiattolo e che era solo un topo al che, il piccolo, rispose che era ovvio che fosse un topo ma che era anche uno forte, simpatico, intelligente, salta altissimo e corre veloce proprio come uno scoiattolo.

 

Tratto da: “Il vaso spezzato” di B. Spangerberg, Ed. Marietti

 

Discussione:

 

RVS (conduttore Radio Voce Speranza): proviamo a spiegare come mai il bambino si sogna un padre scoiattolo? Perché c’è questa difficoltà a considerare la figura del padre un po’ più realistica e lo idealizza così?

 

GT (dott. Giuseppe Tomai): per questo ci si può rifare a un bisogno dei bambini di vedere i genitori come onnipotenti, come qualcosa che travalica i limiti umani: questo perché ciò gli dà sicurezza. Nel processo di crescita, quello che dovrebbe succedere, e un ridimensionamento di tutto ciò, un ritorno al realismo. Nel caso della storia il piccolo non vedeva quasi mai suo padre e quindi c’è una difficoltà concreta nel relazionarsi e nello stabilire quali sono gli aspetti più ideali e quelli più concreti; perciò c’è una sofferenza per un abbandono ed una possibilità è quella che, per compensazione, il bambino sogni, idealizzi un padre perfetto.

 

GM (dott. Grazia Molesti): anche perché l’identità dei bambini è data dal padre e dalla madre, si identificano con loro. Capita frequentemente che, con la separazione, i conflitti portino ad un allontanamento di un genitore, spesso il padre, e questo risulta dannoso per i figli ma vale sempre la pena cercare di mantenere entrambe le figure educative per i figli.

 

RVS: il problema è che quando questo bambino arriva a contatto col padre reale, non lo riconosce più perchè lo aveva idealizzato.

 

GT: lì il genitore si deve armare di pazienza e rispettare i tempi di contatto, senza drammatizzare.

 

GM: nella storia, il padre misconosciuto, dopo un momento di difficoltà, riesce a trovare la forza di fare il papà e di ricostruire la relazione con il figlio, senza fare l'”amicone” ma rispettando la sua figura di educatore.

 

RVS: cosa significa fare l’amico?

 

GT: significa rimanere nel dato di confidenza, nel dato di parità senza uscire da quella condizione, utile quando si gioca col figlio, per riprendere quella di educatore. Questo spiazza il bambino perché gli fa perdere la possibilità di avere un riferimento genitoriale, in questo senso perde di sicurezza. Un padre che fa l’amico sta cavalcando il suo bambino interiore per avere un eccesso di consenso da parte del figlio, abdicando alla funzione di guida. Il padre della storia accetta il senso di dispiacere che prova per il rifiuto del figlio e continua nel cercare un contatto con lui, egli vuole essere il genitore, aspetta i tempi del bambino, riesce a ristabilire una relazione primaria per riprendere le funzioni che si erano perse. È una storia esemplare.

 

RVS: oltre al libro da cui abbiamo tratto la storia ne consigliamo altri due molto utili per i genitori che si dividono:

“Quando i genitori si dividono. Le emozioni dei figli” di Silvia Finzi Vegetti, Ed. Mondadori

“Dai figli non si divorzia. Separarsi e rimanere buoni genitori” di Anna Oliverio Ferraris, Ed. Rizzoli