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MI SEMBRA DI ESSERE UNO SCHIAVO

Categoria: In Radio
Tematiche: La voce dei bambini
MI SEMBRA DI ESSERE UNO SCHIAVO

eguono una serie di lettere di bambini ed adolescenti a cui è stato chiesto di esprimere ciò che avrebbero voluto dire ai propri genitori e non hanno mai detto.

Tratto da “Lettere dal limbo, i figli si raccontano scrivendo ai genitori” di Giovanna GurrieriSandra LandiGino Piagentini, Morgana Edizioni.

 

Con voi ho pochi problemi ma quelli che ho sono significativi per me, mi sembra di essere uno schiavo: ogni volta mi chiedete se posso farmi un favore o se posso aiutarvi e vi arrabbiate se rispondo di no. Mi sento un elemento neutro nella famiglia, mi sento emarginato. 

Jacopo

 

Io e voi non parliamo mai delle mie cose, perciò sono pieno di sensazioni che mi devo tenere dentro e ciò mi fa male. In certe occasioni mi rendo conto che non mi permetto di vivere la vostra vita perché dovete sempre portarmi di qua o di là ma certe volte anche voi mi impedite di divertirmi volendomi staccare dalle amiche, ancora non lo volete capire perché io sono legata al loro. Non capite neanche che io sto cambiando e che sto capendo molte cose; ho voglia di affermare ciò che ritengo giusto e non farmi trascinare. Voglio scegliere da sola, con tutte le difficoltà che ci saranno ad affrontare, vorrei il nostro rapporto fosse migliore. Tutte le volte che io la mamma parliamo scoppia un litigio e io devo tenermi tutto dentro perché tu, mamma, non mi lasci parlare. Vorrei mi seguiste di più senza essere invadenti, col babbo non abbiamo molto tempo per stare insieme ma io vorrei un rapporto più stretto, più sincero, vorrei ci capissimo di più e so che se potesse accadere tutti saremmo più felici.

Letizia

 

Vi scrivo per dirvi di non essere cattivi con me; per esempio, mio padre, tutte le volte che non capisco qualche cosa mi picchia e questo non mi pare giusto. Per fortuna mia madre mi tratta bene, se mi brontola o mi picchia un po’ è perché le ho rotto un vaso o una cosa preziosa, lei sì che è una mamma vera. Invece mia sorella la vorrei ammazzare, per esempio entra in camera mia senza permesso per prendere la roba che vuole e se lo faccio io a lei mi ammazza perché lei è grande e comanda, proprio come suo padre.

Francesco

 

Il babbo è sempre arrabbiato se la mamma torna un po’ tardi. Il mio fratello prepotente vuole tutto lui. Sono preoccupata per il nome alla nonna, il nonno non cammina quasi più. Mio fratello mi tira le botte anche se non faccio niente. Al babbo danno noia gli animali in casa, nonostante gli abbia portati lui. Vorrei crescere velocemente così potrei diventare secca nessuno mi prendere in giro. So che non si può avere tutto subito ma vorrei che il babbo non fosse più arrabbiato, mio fratello non fosse prepotente manesco, e non alla nonna ritornassero giovani e che nessuno mi chiamasse grassa.

Eleonora

 

Voglio dirvi questo, quando tornate a casa vorrei che ci fosse un po’ di felicità e non è la camera della furia di fare quello che l’altro, io provo tristezza per questo vorrei calma, tranquillità, lentezza.

Marco

 

 

Discussione:

 

RVS : mi colpisce il bambino che si definisce emarginato, questo non è proprio un termine da bambino.

 

GT : probabilmente è stato colto dal linguaggio degli adulti, come spesso fanno i bambini, ma c’è comunque una percezione molto profonda di quelle che sono le proprie parti interiori. Nostro compito è creare un terreno favorevole all’espressione interiore, questo è quello che con altri colleghi e con i genitori ci sforziamo di favorire, permettere che quelle dichiarazioni vengano esplicitate perché dentro al bambino c’è già tanta consapevolezza, tante possibilità di esprimersi.

 

RVS: il problema è che spesso questo mondo interiore non appare.

 

GT: non appare perché nascosto, in fondo il bambino ci guarda e ci chiede se quest’emozione, se quest’aspetto interiore in qualche modo abbia valore anche nel mondo degli adulti e su questo egli è molto sensibile.

 

RVS: c’è anche un bambino che esplicita un problema circa la violenza il padre.

 

GT: spesso nella famiglia si scaricano tensioni che vengono represse altrove. Il compito degli educatori è di dare parola alle emozioni del bambino, devono dare l’esempio che anche le nostre emozioni hanno la possibilità di avere un contenitore che è il contenitore della parola e non quello della rabbia o addirittura quello della violenza.

 

RVS: nelle letterine si fa riferimento anche ai rapporti difficili con i fratelli.

 

GT: quando la famiglia aumenta, i genitori hanno un compito ancor più alto che è quello di mediatore; gelosie e invidie fra i bambini sono spesso inevitabile ed anche questo fa parte del processo di crescita, richiedono comunque una gestione adeguata all’ambiente.

 

RVS: ne siamo all’altezza?

 

GT: probabilmente no ma dobbiamo avere la consapevolezza di non essere all’altezza e di fare qualcosa per essere sempre più in grado di gestire determinate emozioni, so- stare nell’ emozione del litigio, la consapevolezza ci permette di stare meglio noi: se non rispettiamo l’emozione del bambino significa che anche le nostre non sono state rispettate, è un’occasione favolosa per guarire noi stessi.

 

RVS: è interessante verificare che c’è un bambino che chiede lentezza, attribuendole un significato positivo.

 

GT: è una perla di saggezza e capita spesso di coglierle nei bambini.