L’incontro tra counselor e cliente come opportunità per rimanere nel flusso della vita
Se è vero che in fondo in fondo tutte le difficoltà e tutti i disagi psichici e relazionali nascono da una carenza d’ amore, solo l’ Amore può agire da vero antidoto.
Ma quale amore ? Tutti diciamo di amare. E anche la relazione d’aiuto, la relazione tra il counsolor e i suoi clienti è una relazione d’ amore?
Dopo anni di lavoro, analisi dei miei vissuti personali, rivisitazione della mia formazione, non ho dubbi, SI, la relazione d’aiuto è una relazione d’amore.
Un amore fatto di ascolto profondo, empatia, riconoscimento dell’ Altro come tuo simile, lo sviluppo di un rapporto “da persona a persona” (Rogers).
Un rapporto in cui si sviluppa un “patto di fiducia” e si va co-costruendo le condizioni per l’esplorazione e l’auto-esplorazione per “ritornare a se stessi” (Buber).
“Niente ti rende più felice che aiutare qualcuno che sta male”
( Madre Teresa di Calcutta)
“Il cuore ti fornisce lo spirito per apprendere;
il suo segreto è la gioia, il divertimento e il piacere “
( Mantak Chia )
Il counsolor non indica la strada da percorrere , offre uno spazio elaborativo perché sia il cliente a trovare la propria specifica strada.
“Non si tratta di dire all’ uomo quale cammino deve percorrere: poiché c’è una via in cui si segue Dio con lo studio e un’altra con la preghiera, una con il digiuno e un’ altra mangiando. E’ compito dell’uomo conoscere bene verso quale cammino lo attrae il proprio cuore e poi scegliere quello con tutte le sue forze” (Buber) .
Ad ognuno di noi spetta il compito di individuare la propria via e percorrerla fino alla fine. La ricerca di un proprio cammino e di un proprio passo non si trova attraverso un rapporto di potere-dominio e di sudditanza e attraverso regole esterne, ma è condizione propria di un’ autorità interiore.
L’ incontro tra il counsolor e il cliente permette a quest’ ultimo di incontrare se stesso, di vedersi anche negli aspetti meno belli e nobili e riprendersi la responsabilità della propria vita, anche attraverso l’avvio di piccoli ma importanti progetti esistenziali.
Solo l’ amore incondizionato, a quanto mi è dato sapere, sembra il miglior fertilizzante per qualsiasi ferita umana, anche quella del counsolor!
Ecco che amore incondizionato e ascolto profondo sono indissolubilmente connessi .
“Quando ascolto veramente una persona ed i significati che sono importanti per essa in quel momento, porgendo la mia attenzione non solo alle parole, ma a tutta quanta la persona, e quando le faccio capire che ho ascoltato i suoi significati privati e personali, allora accadono diverse cose. In primo luogo si nota uno sguardo pieno di gratitudine. L’altro si sente più rilassato, e ora vuole dirmi molte più cose del suo mondo. Sente un nuovo senso di libertà. Diventa più disponibile verso il processo di cambiamento.
Ho notato spesso che quanto più profondamente ho ascoltato i significati di questa persona, tanto più di frequente tutto ciò accade. Quasi sempre, allorchè la persona sente di essere stata realmente ascoltata, i suoi occhi si inumidiscono. Penso che in un senso in certa misura realistico essa stia piangendo di gioia. E’ come se stesse dicendo: “Grazie a Dio qualcuno mi ha ascoltato. Qualcuno capisce che cosa mi sta accadendo”. In momenti simili mi è venuta talvolta la fantasia di un prigioniero che si trova in una cella sotterranea e che giorno dopo giorno trasmette con piccoli colpi il seguente messaggio in alfabeto Morse: “Qualcuno mi sente? C’è qualcuno?”. Finalmente un giorno ode alcuni deboli colpi che dicono: “Sì”. Con questa semplice risposta egli è sollevato dalla sua solitudine; è diventato nuovamente un essere umano. Ci sono moltissime persone che oggi vivono in celle private, persona che non lo lasciano trasparire in alcun modo all’esterno, persone che vanno ascoltate con acuta attenzione per udire i messaggi che provengono dalla loro cella” (Rogers).
In questo seminario ci sperimenteremo nella relazione d’aiuto attraverso simulate dove si potrà individuare l’aspetto problematico, evidenziare le polarità del conflitto e far dialogare le parti in gioco e rendere così visibile la “danza” interna. Quando gli aspetti sono visibili e se ne fa esperienza (si sente, si provano sensazioni) si ha la possibilità, se si vuole, di trasformarsi, avviare un cambiamento nelle relazioni (tra le parti interne e tra le persone ).
Conduttore : Giuseppe Tomai Formatore Aico